Andrà tutto bene

Le considerazioni e le riflessioni espresse dagli alunni delle classi I e III F della nostra scuola, a partire dall’espressione “Tutto andrà bene!”, riferita al particolare momento storico, sono diventate oggetto di un’attività interdisciplinare Italiano/Scienze, successivamente confluita nella realizzazione di questo video che offriamo alla comunità scolastica più ampia nello spirito della condivisione di esperienze significative.

Di seguito un intervento della nostra Dirigente dott.ssa Guendalina Cisternino e le riflessioni di alunne e alunni delle classi 1F e 3F.

Il tempo, un tempo ”sospeso” quello che stiamo vivendo . Eppure a questo tempo , così imprevisto ed imprevedibile, abbiamo reagito e stiamo reagendo, con insospettabile determinazione, alla tristezza, alla solitudine, al disorientamento…. Anche la Scuola lo sta facendo, anzi la Scuola, prima di tanti altri ambiti, ha dovuto imparare a far fronte ad un’emergenza drammatica, non solo da un punto di vista organizzativo, ma anche emotivo. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile, non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali, e ha dovuto confrontarsi con una situazione inaspettata, rapida e profondamente impattante.

La nostra scuola “Barnaba-Bosco” ha cercato da subito di stare in ogni modo accanto ai nostri ragazzi, per la piena consapevolezza della funzione che si è chiamati a svolgere, e che va ben oltre l’insegnamento di una materia o la direzione di un’istituzione scolastica. Gli studenti hanno voglia e diritto di andare avanti, hanno bisogno di stare in contatto con i loro “prof” e con i compagni, sono motivati a continuare a crescere e imparare, forse anche più di prima. E vogliono farlo insieme agli altri, nonostante o proprio a causa della distanza fisica e dell’isolamento obbligato.

Ciascuno fa il proprio meglio, mette a disposizione tempo e competenze per il bene esclusivo dei nostri ragazzi. La didattica a distanza, pur con tutte le criticità che manifesta e che si cercano di superare, sta diventando una risorsa che sopperisce all’impossibilità di fare lezione in presenza, e sta permettendo a docenti, ragazzi e famiglie di riscoprire una vicinanza, una collaborazione ed un’alleanza che sono ancora più preziose di fronte al senso di incertezza che comprensibilmente tutti sentiamo. Anche da questo punto di vista questa pandemia, drammatica, ha portato un cambiamento ispirato dallo sforzo comune per supportare i ragazzi nell’organizzazione dello studio e di una nuova esperienza di vita. Le piattaforme, la didattica a distanza e i libri di testo digitali sono il gesso e la lavagna di questo tempo.

Uno dei rischi più grandi in vicende  come quella che stiamo vivendo , ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Ecco allora che la  cooperazione, la solidarietà educativa  saranno fondamentali per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo il Coronavirus avrà vinto davvero.…

Poiché la Scuola lavora per compiti ed obiettivi, anche al tempo del Coronavirus…!!!, le docenti Roberta Rodio e Laura Galizia D’Amico hanno assegnato agli alunni delle classi I F e III F il  compito di riflettere sul significato che per ciascuno di essi assume l’espressione “Andrà tutto bene”, molto ricorrente in “questo tempo” , per indagarne  la complessa realtà, riflettere su se stessi, trarre insegnamenti, utilizzando la metodologia del problem-solving cioè porsi domande, capire, guardarsi dentro, trovare risorse interiori e dare risposte nuove, inedite a situazioni diverse davanti alle quali le vecchie, solite certezze vacillano.

I contenuti emersi dall’attività hanno commosso e intenerito la comunità scolastica, per questo si è pensato fosse giusto  condividerli con una parte più ampia della popolazione ostunese, dando voce ai ragazzi che oggi hanno il passo più spedito e guardano ad un orizzonte lontano.

Il  Dirigente Scolastico

Dott.ssa Guendalina Cisternino

 

 

 

 

 

Andrà tutto bene

Dal 5 marzo tutto è cambiato.

La campanella della scuola non ha più suonato.

 

Dalla presenza di professori e compagni

Siamo di fronte a computer con non pochi affanni.

 

Prima il tempo non bastava mai,

Adesso ti annoi per quanto ne hai.

 

Cartelloni e striscioni appendiamo ai balconi

E intoniamo inni e canzoni.

 

Certo, dobbiamo sperare che tutto finirà

Che questo virus presto se ne andrà.

 

Questo star lontani e distanti

Ci fa capire quanto le persone siano importanti.

 

Noi crediamo che la speranza non ci abbandonerà,

alla fine “TUTTO BENE ANDRA’ “.

 

(Alessandra Semerano 3^F)

 

Oggi restare a casa è un sacrificio per tutti noi, ma restare a casa è la nostra unica possibilità per avere un futuro e io so che possiamo farcela! Passato questo periodo, comprenderemo di più come sia bello stare insieme, non come prima, ma in modo diverso, più forti e più uniti.

“Tutto andrà bene” per me significa che il sacrificio di questi lunghi giorni ci ridarà la LIBERTA’.

Sogno la normalità, tornare a scuola tutte le mattine e riprendere tutte le mie attività pomeridiane. Non vedo l’ora di tornare a correre libera su una spiaggia, nuotare e giocare all’aperto con i miei amici. Mi riempie di gioia il pensiero di poter vedere un meraviglioso tramonto con le persone a cui voglio bene, tutti uniti in un unico abbraccio. Perché la vita è bella e la speranza è ciò che mi dà forza ogni giorno.

(Elena Zangallo 1^ F)

 

Stiamo a casa ma non in vacanza!

La mia mente è piena di pensieri positivi ma anche negativi. Negativi perché ogni giorno sento che tante persone muoiono e altre sono positive al coronavirus. Per me è tutto surreale, sembra che sia scoppiata la terza guerra mondiale, così da un giorno all’altro. Voglio pensare positivo e mi auguro che questo incubo finisca presto. Le mie giornate le passo facendo i compiti, inviando messaggi agli amici e giocando con la playstation. Mi manca la vita di tutti i giorni: andare a scuola, agli allenamenti di calcio, uscire con i compagni il sabato sera. Mi manca la quotidianità. Il mio motto è “Andrà tutto bene” ma anche “Io resto a casa”.

(Fabio Minna 3^F)

 

In scienze ho studiato i virus e ho scoperto che sono agenti patogeni piccolissimi che possono mutare. Sembra assurdo che un essere così piccolo sia responsabile di questa grave pandemia che ha già causato tanti morti e tanti malati.

Siamo tutti in casa da più di un mese e la situazione è deprimente. Pensando, però, ai medici e agli infermieri che rischiano ogni giorno di essere contagiati, mi sento fortunata anche se sono chiusa in casa.

Dobbiamo pensare positivo, ma in alcuni momenti è difficile. Dobbiamo pensare che tutto questo finirà al più presto, che non avremo più bisogno delle mascherine e che finalmente potremo riabbracciare i nostri parenti e i nostri amici.

Anche se è triste stare chiusi in casa, stiamo imparando ad affrontare le difficoltà e stiamo capendo che la solidarietà tra le persone è importante. Stando in casa, infatti, stiamo aiutando il mondo intero e pensandoci bene non è poi così brutto stare in casa con la propria famiglia, preparare un dolce insieme, guardare i programmi televisivi, chiacchierare, ridere e scherzare. Fortunatamente possiamo parlare con i nostri amici mediante i telefonini e vederci con le videochiamate.

Grazie al coronavirus ognuno di noi ha imparato qualcosa: chi a organizzarsi meglio e chi a studiare di più. Insomma, la quarantena è una lezione di vita da cui ognuno trae qualcosa di positivo

                                                                                                                     (Beatrice Ustra 1 F)

 

Dal 5 marzo la nostra vita è cambiata! Tutto scorreva normalmente quando, a un tratto, un mostro di nome covid-19 ci ha chiusi in casa.

Inizialmente nessuno di noi capiva cosa stesse succedendo ma poi, con il passare dei giorni, ci siamo resi conto che fuori dall’uscio delle nostre case il nostro amato mondo era cambiato. Non potevamo più incontrarci, abbracciarci, stringerci le mani: tutto era pericoloso.

Ora è più di un mese che siamo in casa. Ormai la quotidianità è alzarsi, mangiare, fare i compiti e guardare i programmi televisivi. É come se davanti a noi ci fosse un muro che non possiamo oltrepassare, perché fuori c’è un mostro invisibile pronto a mangiarci. Ma nei nostri cuori c'è una grande speranza che ogni mattina ci fa alzare con il sorriso e ci fa ripetere: “Tutto andrà bene”.

Appena apro gli occhi, guardo il cartellone che ho realizzato; i vivaci colori dell’arcobaleno e quella frase mi danno sicurezza.  

(Federica Laterza 1^ F)

 

È iniziato tutto come per gioco e ora mi trovo a guardare questa strana primavera. Si è fermato tutto, ma da casa si lavora, si studia, si canta, si disegna, si gioca e si sta più tempo con i propri genitori. Io, però, non vedo l'ora che tutto ciò finisca, così potrò rivedere tutti i miei amici e il resto della mia famiglia. Per me la frase: "Andrà tutto bene " significa che, quando questa situazione finirà, ricomincerò con la mia vita.

(Oronzo Marseglia 3^F)

 

Io non avrei mai immaginato che sarebbe successa una cosa del genere. Purtroppo è accaduto e io adesso confido negli scienziati, nei medici e in tutte quelle persone che stanno combattendo una battaglia contro un nemico invisibile.

So che tutti insieme ne usciremo e torneremo alla normalità che oggi più che mai ci manca.

(Camilla Pastore 3^ F)

 

In questi giorni io e mia sorella stiamo a casa, non possiamo andare a scuola, ma comunque svolgiamo i compiti che i professori ci assegnano settimana per settimana. Abbiamo la fortuna di abitare in campagna e possiamo uscire a giocare all’aria aperta. Posso giocare, anche se a distanza, con i miei amici alla playstation. I miei genitori continuano a uscire di casa per andare a lavorare. Mia madre è un’operatrice sanitaria e lavora in una casa di riposo e mio padre è un operatore del 118, impegnato in prima linea contro il COVID-19. Sono molto preoccupati, come me del resto. Per il lavoro che fanno, cercano di limitare i contatti con noi in casa e anche tra di loro: stiamo attenti a non abbracciarci, baciarci e a non bere dallo stesso bicchiere e a non usare le stesse posate. Quando ci salutiamo, ci diamo il gomito.

Spero che questo brutto momento possa passare in fretta per poter ritornare alla vita di tutti i giorni, poter vedere i miei parenti, riabbracciare mia cugina che si trova a Modena, tornare a scuola e soprattutto rivedere i miei amici. Nel frattempo penso e spero che qualcuno da lassù possa aiutare chi in questo momento è in difficoltà.

(Bari Antonio 1^ F)

 

“Andrà tutto bene” è una frase che oggi esprime una speranza collettiva in relazione alla difficile situazione che ci troviamo ad affrontare. Io spero che questa emergenza sanitaria si risolva al più presto.  Voglio uscire senza dover dare ogni volta spiegazioni e tornare ad abbracciare i nonni, i parenti o semplicemente andare a prendere un gelato con gli amici.

Intanto, affinché tutto questo sia possibile, ora tutti noi dobbiamo collaborare, rimanere in casa e uscire solo per i casi necessari.

(Martina Mezzopane 3^ F)

 

 

Tutto è iniziato il 5 marzo e io ancora non ci credo. Io prego per i miei nonni, i miei genitori, per tutte quelle persone che lottano tutti i giorni per noi, per chi ha perso la vita e per quelli che hanno perso i loro cari. Mi manca l’andare a scuola, in palestra e il non poter salutare i miei amici con un abbraccio, un bacio o con una stretta di mano, senza aver paura di quello che mi può capitare. Questo virus mi spaventa. È proprio vero che si apprezzano le cose, quando non ci sono più! Rimanere a casa è una sensazione soffocante, ma la frase “Tutto andrà bene” è un messaggio di speranza. Spero che l’emergenza sanitaria e i problemi economici che stiamo vivendo si risolvano. Questo virus mi ha fatto riflettere e fatto capire quanto è importante la vita; mi ha fatto pensare a tutte le cose inutili che facevamo prima: il telefonino più bello, il vestito più bello, le litigate e le gelosie. Il covid-19 è stato molto duro con noi, ma è giunto il momento di capire l’importanza di un abbraccio, del contatto umano, di una passeggiata, di un dialogo e di una stretta di mano. Da questi gesti dobbiamo ripartire per apprezzare ogni cosa che la vita ci ha donato.

(Giulia Flore 3^ F)

 

“Tutto andrà bene” è un’espressione che porta speranza nei nostri cuori e a me anche un po’ di malinconia. Vorrei tanto rivedere i miei amici, i miei nonni, gli zii e i cugini e stringerli tutti in un unico abbraccio. Ciò avverrà solo trovando le cure adatte, rispettando le regole e amando gli altri come noi stessi. Di sicuro non sono l’unica a provare malinconia per la lontananza dalle persone a cui voglio bene e questo mi rassicura. Mi rassicurano anche i medici, gli infermieri che ogni giorno lottano per salvare tante persone.

Questo momento così triste ha per me un lato positivo, mi fa capire il vero valore delle persone che mi stanno accanto e che la mia vita e quella di tutti gli altri dipende dai comportamenti di ciascuno di noi.

Io mi fido della forza dell’Italia e sono sicura, anzi sicurissima, che “tutto andrà bene”.

(Noemi Lacorte 1^ F)

 

“Tutto andrà bene”. Per me questa è una frase che mi infonde speranza e fiducia; è un inno che invita tutti a sostenersi e supportarsi in questi giorni difficili.

(Beatrice Pastore 3^ F)

 

In questi giorni trascorsi in casa, è cresciuto il mio desiderio di tornare alla normalità, di rivedere i miei amici. Ormai, dopo tanto tempo in casa, non so più cosa inventarmi e quindi per la maggior parte del tempo mi annoio. Le mie giornate le trascorro sempre allo stesso modo. La mattina appena sveglio, studio e faccio i compiti, così ho il pomeriggio libero per giocare.  Ogni giorno aiuto mia madre nelle faccende domestiche e ho imparato anche a fare alcuni dolci. Spero che con l’arrivo dell’estate, come ho sentito dai notiziari, potremo uscire finalmente dalle nostre abitazioni. Se questo mio desiderio si realizzerà, potrò ritrovare i vecchi amici.

(Daniele Nardelli 3^F)

 

Restando in casa mi sono reso conto di quanto le giornate siano lunghe e noiose senza nessuno con cui parlare, senza andare a scuola o semplicemente vedere gli amici e le persone care.

Io sono molto fortunato, perché vivo in campagna e posso fare tantissime cose che altri, vivendo in un appartamento in città, non possono. Io posso uscire, fare una passeggiata, giocare con il mio cane all’aria aperta, andare in bicicletta e fare qualche lavoro di campagna con mio padre.

Per me “Andrà tutto bene” significa innanzi tutto sperare che la scienza trovi una cura per il virus, se non addirittura un vaccino, e poi, piano piano, ritornare a fare tutte le cose che facevo prima, incontrarmi con gli amici oppure andare a fare una passeggiata, magari al mare o in paese con i miei genitori o stare in compagnia dei miei nonni, i quali mi mancano tanto, perché prima li vedevo ogni giorno. Adesso diamo più importanza a quei piccoli gesti che prima facevamo inconsapevolmente, come salutarci con un abbraccio, un bacio o solamente con una stretta di mano. Sicuramente, quando questa brutta storia sarà finita, saremo tutti diversi, saremo cambiati… io di sicuro, sì. Prima di tutto questo, ognuno di noi desiderava restare a casa e stare tranquillo, magari rilassandosi o vedendo un film, ma dopo questa lunga quarantena, penso, tutti avranno voglia di stare in compagnia.

(Pietro Turco 3^F)

 

Quello che sento in questo periodo è un insieme di sensazioni e sentimenti contrastanti. Trovo tutti i cartelloni con “Andrà tutto bene” molto noiosi. Il desiderio di tornare a scuola diventa sempre più grande. Ogni volta che chiedo a mia madre quando tornerò a scuola, non sa darmi una risposta. Mi sento triste! Voglio vedere i miei amici, i miei professori, abbracciarli e ridere insieme. A presto …

(Manuel Flore 1^F)

 

Io sto trascorrendo questa quarantena come un contributo per la comunità e non come una vacanza, come pensano alcuni incoscienti che escono da casa comunque. All’inizio anch’io pensavo fosse una semplice influenza, curabile con poche medicine, ma poi ho capito che la situazione peggiorava sempre più e che questo tipo di virus, partito da Wuhan, in Cina, poteva avere conseguenze fatali per gli esseri umani. Per me la frase “Andrà tutto bene” significa che alla fine riusciremo a uscire da questa brutta situazione grazie soprattutto all’aiuto e al sacrificio di molti medici, ma anche grazie a noi, se ci comporteremo come ci dicono di fare.

(Sisto Pietro 3^ F)

 

“Tutto andrà bene”, accompagnato dai sette colori dell’arcobaleno, per me è un messaggio di incoraggiamento e di speranza contro il Coronavirus. Ormai lo leggiamo ovunque, sui social, sui mezzi di comunicazione e anche sulle lenzuola appese ai balconi. Con questa frase ognuno di noi, spera di ripartire più forte di prima e si augura che tutto ciò resti un brutto ricordo. Anche io ho realizzato questo messaggio di augurio per la mia città, Ostuni, sperando che ritorni a splendere, come non mai prima.

(Alessia Marrese 1^F)

 

La mattina del 5 marzo 2020 la mia vita è cambiata. Molti sono gli aspetti negativi della nuova situazione: uscire solo per fare la spesa o per motivi di salute, non creare assembramenti. Purtroppo, nonostante gli accorgimenti, tante sono le vittime di questo virus, gli anziani soprattutto, ma anche medici ed infermieri, in prima linea per salvare milioni di vite. Tante sono le emozioni che questa situazione suscita in me, in modo particolare tristezza per le tantissime persone che non ci sono più. Non so fra quanto potremo tornare a sentirci liberi: andare a scuola, abbracciarci, cantare insieme, fare una passeggiata, tornare a fare sport … ma sono consapevole che quando tutto sarà finito, saremo migliori. Questa esperienza, anche se negativa, mi ha insegnato qualcosa: essere più solidale e stare più vicino alle persone che ne hanno bisogno. Questo momento della mia vita non lo scorderò così facilmente.

(Beatrice Prudentino 3^F)

 

“Andrà tutto bene”. Questa espressione che si è diffusa in pochissimo tempo regala sorrisi e dà un tocco di colore al nostro Paese. Sono tre parole che riescono a rallegrarci e che infondono fiducia e speranza in tutti noi ma anche lacrime. Ognuno, in questo momento, deve dare il suo piccolo contributo stando vicino alle persone protagoniste di questo tempo che con coraggio ed impegno lavorano duramente per salvare delle vite. Il motivo che mi spinge ad essere più tranquillo è che appena tutto questo finirà, e sicuramente finirà, ritorneremo a svolgere le nostre normali attività rivalutando il senso della vita che, ora, è rinchiusa in una gabbia ma che si sveglierà e sarà più felice di prima.

(Cristian Napoleone 3^F)

 

Spesso a noi adolescenti capita di fermarci a pensare al nostro futuro: cosa saremo tra dieci anni, cosa ci riserverà il mondo quando usciremo dalla scuola? Sappiamo l’inizio della nostra biografia ma non lo svolgimento o la fine. Ciò mi ha fatto pensare ai libri scolastici tra una decina d’anni. “Febbraio 2020, virus mortale arriva in Italia” e poi, cos’altro ci sarà scritto? Il numero dei morti. Quanti altri morti ci saranno, prima che finisca tutto questo? Riusciremo a raccontare tutto ciò che stiamo vivendo ai nostri figli, se mai saremo in grado di farli nascere?

In televisione non si parla d’altro, tanti programmi, tante rubriche sono sul Coronavirus; tanti decreti, tante leggi sono per garantire la sicurezza di ogni cittadino, per assicurare la sua sopravvivenza.

La voglia di uscire e di incontrare gente è frenata dalla paura di ritrovarsi in un letto d’ospedale angosciati, mentre si aspettano cure che non si sa quando arriveranno. Eppure i medici stanno dando il massimo, lavorano più del dovuto, così come i professori e gli alunni di ogni scuola italiana.

Tutti gli italiani si stanno sforzando per superare le difficoltà del momento e per poter raccontare alle generazioni future la soddisfazione di aver contribuito a salvare anche una sola persona.

Nel corso della storia dell’umanità, molte altre pandemie si sono susseguite e tutte hanno suscitato lo stesso terrore che oggi suscita il Coronavirus. Tuttavia gli uomini le hanno superate e questo accende in noi la speranza che anche questa sarà superata.

(Francioso Irene 3^F)